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     1912 San Pietroburgo


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LA NASCITA DELL’OSE: 1912 – SAN PIETROBURGO

 

A metà dell’autunno 1912, nella cronaca del giornale russo “Novoe Vremja” pubblicato a San Pietroburgo, compariva un breve inserto nel quale si comunicava che il ministro degli Interni aveva autorizzato il contrammiraglio S. A. Koyfman (futuro presidente) e l’avvocato G. A. Goldberg (vice-presidente) a fondare e dirigere una società che avesse il fine di «proteggere la salute della popolazione ebraica in Russia».

 

Così nacque l’organizzazione sanitaria delle popolazioni ebraiche bisognose “Obšestvo Zdravookranenja Evreiskavo Naselenije Rossij”, abbreviato nella sigla OZE (stante per Obšestvo Zdravookranenja Evreev): si tratta di un abile compromesso tra coloro che volevano limitarsi alla Russia e coloro che avevano una visione più ampia riguardante l’insieme del popolo ebraico.

 

(Alla direzione centrale si trovano il dottor Gran, futuro professore d’igiene e di sanità pubblica all’università di Samara, il dottor Binštok, celebre per le sue statistiche concernenti la demografia ebraica, il dottor M. Švartsman, ideologo dell’OSE e il primo ad aver messo per iscritto in modo scientifico il programma dell’associazione ed, infine, il dottor Katzenelson, celebre per le sue ricerche sul Talmud e la Bibbia e per le opere redatte con lo pseudonimo di Buki Ben Yigli.)

 

Questa inattesa autorizzazione sopraggiunge in un periodo di disgregazione dell’Impero (Quarta Duma, 1912) e di relativa liberalizzazione dopo i pogrom controrivoluzionari e “patriottici” del 1905 e la violenta campagna antisemita scatenata dal caso Beilis (un ebreo accusato di omicidio e successivamente assolto).

 

 

La situazione degli ebrei nell’Impero: sterminio, emigrazione, assimilazione.

 

La politica degli zar ha sempre oscillato tra una uniformazione forzata della russificazione degli allogeni e un margine di manovra lasciato all’amministrazione autonoma locale o comunitaria. Riguardo gli ebrei, sempre più numerosi dopo la spartizione della Polonia, questa politica si somma alla volontà di confinarli in una zona di residenza delimitata. Grazie alle riforme liberali di Alessandro II, sono autorizzati a stabilirsi ovunque vogliano in Russia mercanti della prima gilda, negozianti e diplomati dell’insegnamento superiore. Alcuni artigiani possono girare in tutto l’Impero, ma solo se muniti di certificati di competenza e di buona condotta e a condizione che vendano solo prodotti da loro stessi fabbricati. La scelta del luogo di residenza è inoltre largamente concessa ai soldati arruolati a forza per un servizio di venticinque anni (cantonisti).

 

 

Una vera e propria rivoluzione: l’attuazione di un sistema sanitario moderno.

 

Contrariamente ai tradizionali organismi caritativi, l’OZE ha fin da subito la visione globale di una politica di protezione sociale. Essa si iscrive in una corrente di pensiero igienista dell’intelligenzia ebraica russa promossa da medici illuminati, spesso anche assimilati o sionisti, legati all’ospedale israelitico. Liberali, se non addirittura rivoluzionari, accoglieranno con speranza la caduta dello zar.

 

Soccorrere e curare le popolazioni ebraiche, guarire determinando con precisione la causa di una malattia, evitare le epidemie attraverso la diffusione massiccia delle norme igieniche, prevenire agendo sulla salute dei bambini e dei giovani: è la particolarità di questa organizzazione per la quale l’igiene è un mezzo di “rigenerazione”.

 

È in questo contesto che vengono creati centri di protezione infantile per la madre ed il bambino chiamati gocce di latte, centri sportivi e programmi di formazione di medici pediatri per consultazioni specialistiche.

 

 

1914: l’assistenza ai profughi

 

L’OZE estende molto rapidamente la sua azione in tutte le zone di residenza, ma la Prima guerra mondiale la obbliga a rivedere le sue priorità, dedicandosi ai feriti. Poi, a partire dal luglio 1914 e soprattutto con la ritirata russa del 1915 e il pogrom di Minsk che le succede, organizza l’evacuazione forzata della popolazione ebraica, in particolare quella del ducato di Curlandia (Kurland) e della regione di Kovno, sospettata di avere simpatie filo-tedesche.

Centinaia di migliaia di persone cacciate dalle loro case, erranti sulle strade senza cibo, riparo o cure di prima necessità, alla mercé della terribile armata zarista, si riversano nelle regioni interne della Russia.

Squadre sanitarie si mobilitano sotto forma di «colonne mobili al seguito dei profughi», nonostante un decreto delle autorità militari che vietava ai medici ebrei di raggiungerli.

 

In grandi città quali San Pietroburgo, Smolensk, Minsk, ma anche a Vitebsk, dei Comitati di Soccorso permettono la creazione di mense popolari, gocce di latte, strutture di quarantena per i malati contagiosi, bagni pubblici, centri di disinfezione, ecc.

Tra il 1914 e il 1917, il lavoro dell’OZE diventa sempre più difficile da gestire a causa dei disordini crescenti all’interno del paese.

 

 

L’OZE nel 1917: tra guerra e rivoluzione.

 

Dal primo anno della rivoluzione, l’OZE ha attuato un’importante azione di sostegno e aiuto ai bambini. Infatti, nell’estate 1917 dirige 13 colonie per bambini, ospitandone più di 2500 e 40 colonie giornaliere destinate ad accoglierne 15 000.

L’acquisizione dei diritti civili, politici e nazionali da parte degli ebrei nell’aprile 1917 permette all’OZE di raddoppiare la propria attività. Il 22 aprile 1917 fu organizzata a Pietrogrado una conferenza cui parteciparono medici e delegati di varie città (Mosca, Kiev, Nijni-Novgorod, Minsk, Samara, Melitopol, Vitebsk, Polotsk, Krementšug, Kharkov, Oriol, ecc.).

 

Le autorità sovietiche non manifestano nessuna velleità di liquidazione delle organizzazioni ebraiche fino al 1918, data in cui fu creato su loro ordine un Commissariato Ebraico diretto dal vecchio bolscevico Dimansteyn, che aveva malgrado tutto serbato una coscienza della propria identità ebraica e una volontà di impegnarsi attivamente in campo comunitario.

Ma, nel 1919, un decreto firmato dal Commissario del Commissariato ebraico e del Commissario del Popolo Stalin vieta l’esistenza di qualsiasi comunità sul suolo sovietico. Le comunità ebraiche vengono sciolte con tutti i loro organismi.

 

Organizzazioni come l’OZE, l’ORT e l’EKOPO (Comitato ebraico  di soccorso alle vittime della guerra) possono proseguire la loro azione fino al 1922, anno in cui saranno nazionalizzate (soppresse?) dai bolscevichi.

 

Prima di lasciare la Russia, l’OSE interviene in occasione dei pogrom in Bielorussia nel luglio 1921, considerando la lotta contro gli eccessi antisemiti come una delle sue priorità assolute.

L’associazione fornisce cibo, vestiti e medicine attraverso una unità di aiuti immediati inviata appositamente presso gli ebrei bielorussi. Una colonia mobile si incarica di accogliere i bambini vittime dei pogrom e di sistemarli in due case per i bambini site nella provincia di Minsk, a Ojezd.

 

I dirigenti fanno allora tutto il possibile per trasportare le fondamenta della loro organizzazione in Europa centrale ed orientale. Due filiali con proprie istituzioni sanitarie vengono create in Polonia, Lituania e Lettonia ed in gruppi di regioni quali la Bessarabia e la Bucovina, ma anche a Berlino, Londra e nella città libera di Danzica.

Grazie alle relazioni con le comunità ebraiche europee e americane vengono gettate le basi dell’Unione-OSE.

 

 

 O.S.E.-Italia       Organizzazione Sanitaria Ebraica - Assistenza all'Infanzia 

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